Prevenire l’usura
Sgrassare lo scafo ed il ponte
Nel porto la barca è attaccata dall’inquinamento atmosferico, ma anche dagli idrocarburi. Non tutti i motori delle barche sono ben regolati e certe partenze a freddo provocano una nuvola di fumo denso che si deposita sugli scafi. Per pulire questi depositi grassi bisogna iniziare da un abbondante lavaggio per eliminare tutte le particelle non incrostate. Il secondo passo è l’eliminazione dei residui grassi con uno sgrassante adatto. Quelli che vi proponiamo non rendono opaco il gelcoat o la vernice e non intaccano né le leghe né l’inox né il plexiglas. Bisogna solo attenersi al loro modo d’impiego lasciando agire il prodotto per il tempo richiesto e lavando poi abbondantemente.
I detergenti
Per rendere più facile la pulizia annuale, consigliamo una regolare manutenzione dello scafo. Per far ciò scegliete dei detergenti dolci diluibili in acqua (dolce o salata). Esistono anche protettori a base di cere. Evitano alla sporcizia di aderire troppo in fretta. Non utilizzate comunque mai prodotti a base di silicone, poiché questo impedisce in seguito qualsiasi ritocco di vernice o gelcoat (i ritocchi non aderirebbero).
Lisez le mode d'emploi et respectez les dilutions
L’ingiallimento della linea di galleggiamento.
La zona situata subito sopra la linea di galleggiamento è particolarmente sensibile all’ingiallimento. Ciò é dovuto all’acqua (di mare o di fiume), al sole (riverbero sull’acqua), alle alghe ed all’inquinamento. Per pulire questa zona bisogna lavarla, sgrassarla ed applicarvi un prodotto antiingiallimento . I prodotti da noi proposti sono biodegradabili e formulati in gel (per evitare colature lungo lo scafo). Dopo la sgrassatura basta applicare il gel, lasciarlo agire il tempo previsto (da 5 a 15 minuti ) e risciacquare abbondantemente la zona trattata. E’ meglio svolgere questa operazione con la barca fuori acqua.
La lucidatura dello scafo
Invecchiando il gelcoat diventa opaco, poroso e lascia depositi biancastri rilevabili al tatto (ciò avviene dopo 5/10 anni secondo la qualità del gelcoat). Per ridargli il suo aspetto originario la soluzione è la lucidatura, che blocca lo sfarinamento e ridà brillantezza al gelcoat. Per farla, consigliamo di mettere la barca a terra e di utilizzare prodotti e strumenti adatti (lucidatrice angolare, cuffie, tamponi). La lucidatura è una sorta di micro levigatura che elimina la parte più superficiale del gelcoat per renderlo come nuovo. Certe creme lucidanti consentono anche di togliere le micro-righe. Una volta ottenuto uno scafo liscio, senza graffi, potete passare un prodotto rinnovatore (a base di titanio, di PTFE o su base acquosa ). Questo rinnovatore protegge il gelcoat evitando che lo sporco si depositi. Prima di decidere di far ridipingere lo scafo, operazione delicata, costosa e con risultati incerti vi consigliamo una buona lucidatura. Sarete sorpresi del risultato, particolarmente evidente su scafi colorati.
Gli scafi in inox
Anche un buon inox si arrugginisce. In effetti l’inox è una lega che non dovrebbe contenere ferro per non arrugginire, ma, senza ferro, l’inox si può rompere. Un inox solido contiene del ferro e quindi è soggetto a ruggine. In più, nel tempo, è soggetto ad incrostazioni che creano punti di ruggine (ad esempio se si utilizzano strumenti in metallo ossidabile su una superficie in inox ). Tali rigature restano superficiali ma, se si vuole eliminarle per ragioni estetiche, esistono prodotti per toglierle e passivare l’inox. Si tratta di prodotti in pasta che si applicano sull’inox e che agiscono in due fasi. Prima si lascia agire il prodotto per 5 minuti, poi si sfrega con uno straccio morbido per lucidare. La maggior parte dei prodotti
Il teack
Pulire e curare il teak del ponte è una necessità. Infatti, il teak è un legno esotico che deve resistere alle intemperie, all'acqua di mare, all'aria salmastra e alle macchie accidentali, ma che diventa opaco, assorbe acqua, si deforma, secca e poi si fessura. Il teak è un legno composto da fibre dure che tengono insieme altre fibre grasse e flessibili. Non bisogna, pertanto, mai sfregarlo con spazzole dure o nel senso delle fibre. La spazzola può rovinare le fibre tenere del teak. Per rinnovare il vostro teak bisogna procedere in tre tappe:
-Pulire con una spazzola morbida ed un prodotto che consenta di togliere il grigio, le macchie di grasso e di idrocarburi
-Ravvivarlo stendendo con una spazzola morbida un prodotto che ridia il suo colore naturale.
-Nutrirlo con un olio per teak. Esistono diversi oli, a seconda che si voglia cambiarne il colore o conservare il suo colore originario.
-Pulire con una spazzola morbida ed un prodotto che consenta di togliere il grigio, le macchie di grasso e di idrocarburi
-Ravvivarlo stendendo con una spazzola morbida un prodotto che ridia il suo colore naturale.
-Nutrirlo con un olio per teak. Esistono diversi oli, a seconda che si voglia cambiarne il colore o conservare il suo colore originario.
Ecologia
Vero a parole e nei fatti
AD non segue la moda attuale esclusivamente marketing e pubblicitaria basata su parole ingannevoli come “ 100% ecologico”, “100% bio”, “100% verde”, “100% naturale”. Noi ci preoccupiamo delle informazioni necessarie da fornire agli utilizzatori dei prodotti di manutenzione e riteniamo importante spiegare affermazioni come quelle sopra elencate. Ad es. l’indicazione 100% biodegradabile non precisa mai se è relativa al 100% della totalità della formula o unicamente della parte dei tensioattivi contenuti nel prodotto. Altro esempio : l’indicazione 100% naturale può generare confusione. Bisogna sapere che certe materie prime che entrano nella composizione di prodotti segnalati come ecologici possono essere derivate dal petrolio. Al contrario tensioattivi di origine vegetale possono essere stati trasformati chimicamente. La dicitura “100% naturale” induce quindi in errore il consumatore. Infine, è importante sapere che anche alcuni estratti vegetali possono essere tossici per la fauna e la flora così come i derivati sintetici. Bisogna poi ancora sapere che ogni materia prima vegetale grezza non può essere utilizzata direttamente in una formula. E’ necessario estrarre, modificare, separare le molecole chimicamente o biochimicamente.
AD non segue la moda attuale esclusivamente marketing e pubblicitaria basata su parole ingannevoli come “ 100% ecologico”, “100% bio”, “100% verde”, “100% naturale”. Noi ci preoccupiamo delle informazioni necessarie da fornire agli utilizzatori dei prodotti di manutenzione e riteniamo importante spiegare affermazioni come quelle sopra elencate. Ad es. l’indicazione 100% biodegradabile non precisa mai se è relativa al 100% della totalità della formula o unicamente della parte dei tensioattivi contenuti nel prodotto. Altro esempio : l’indicazione 100% naturale può generare confusione. Bisogna sapere che certe materie prime che entrano nella composizione di prodotti segnalati come ecologici possono essere derivate dal petrolio. Al contrario tensioattivi di origine vegetale possono essere stati trasformati chimicamente. La dicitura “100% naturale” induce quindi in errore il consumatore. Infine, è importante sapere che anche alcuni estratti vegetali possono essere tossici per la fauna e la flora così come i derivati sintetici. Bisogna poi ancora sapere che ogni materia prima vegetale grezza non può essere utilizzata direttamente in una formula. E’ necessario estrarre, modificare, separare le molecole chimicamente o biochimicamente.
C'est très bien de nettoyer sa cale avec un produit respectueux de l'environnement. Encore faut-il ne pas rejeter ses eaux grasses à la mer. Pour cela, utilisez des absorbeurs d'hydrocarbure.
Che cos’è un tensioattivo ?
Per quanto riguarda l’argomento della biodegradabilità dei detergenti è opportuno spiegare che cosa sono i tensioattivi o agenti di superficie. In effetti un detergente è composto da tensioattivi e da molta acqua. Ecco l’importanza dei tensioattivi. Un tensioattivo è dotato di potere emolliente, emulsionante, solvente e schiumogeno. Permette di abbassare la tensione superficiale dell’acqua. Il tensioattivo più noto è il sapone. I saponi sono ottenuti per miscela di un acido grasso, che può essere di natura vegetale (es. olio d’oliva), animale (sego) o minerale, con una sostanza basica (soda, potassio…). Sono utilizzati in genere per lavare la biancheria, le stoviglie, ecc. Esistono poi tensioattivi ottenuti per sintesi, il più delle volte dal petrolio. Sono elaborati per trasformazione dei loro componenti per solfatazione o solfonazione. Ci sono infine tensioattivi che derivano dal mondo vegetale. Si tratta di sostanze oleose come l'olio di copra, l'olio di palma, l'olio di colza ….o di composti provenienti da proteine o zuccheri estratti ad esempio dai cereali. Tutti questi tipi di tensioattivi sono oggi sul mercato. AD ha scelto di orientarsi soprattutto verso tensioattivi di origine vegetale e di selezionare detergenti che partano da componenti di origine facilmente rinnovabile. La
loro origine vegetale e la loro biodegradabilità assicurano una migliore compatibilità con l’ambiente marino.
loro origine vegetale e la loro biodegradabilità assicurano una migliore compatibilità con l’ambiente marino.